Il Tempio di Giunone ad Agrigento

Il tempio di Giunone ad Agrigento, costruito dal 460 al 440 a.C., si trova nella parte più alta della collina.

Da lì è possibile osservare la Valle dei Templi in tutto il suo splendore: i templi, incolonnati, degradano dolcemente verso il mare.

Il tempio di Giunone ad Agrigento fu dedicato alla dea che  la tradizione greca conosce con il nome di Hera.

L’attuale denominazione del tempio, però, è quella di Hera Lacinia e deriva da una errata formulazione delle fonti.

Si è fatta confusione con il tempio dedicato alla stessa dea ma sul monte Lacinio nei pressi di Crotone.

La funzione principale del tempio era di carattere celebrativo:

essendo la dea protettrice della fecondità e della procreazione, le cerimonie più frequenti erano le unioni matrimoniali.

Struttura del Tempio di Giunone ad Agrigento

Il tempio fu costruito sulla falsariga del Tempio della Concordia, simile ad esso nella forma e nello stile ma più piccolo:

contava, infatti, di m 38 x 16,90 contro i 42,10 x. 19,10 del Tempio della Concordia.

Il tempio di Giunone ha subito maggiormente le insidie dell’evoluzione storica: presenta solo 25 colonne a dispetto delle originarie 34

Agli inizi del novecento alcune delle colonne cadute sono state risollevate e risistemate.

Solo tredici colonne presentano sulla loro sommità l’architrave, mentre il resto solo il capitello o addirittura sono mutile.

Esse presentano le classiche striature e terminano in capitelli in stile dorico.

Le colonne e i resti del tempio di Giunone ad Agrigento

E’ presente, inoltre, l’effetto di “correzione ottica”, proprio di molti templi antichi: le colonne, infatti, non presentano la medesima larghezza in tutti i loro punti, ma presentano un piccolo rigonfiamento a circa 2/3 di altezza (entasi):

questo permette di evitare che la colonna appaia sottile e fragile e la rende corposa e piena anche da un punto lontano.

Inoltre, le colonne sono anche leggermente piegate verso l’interno della parte frontale, così da apparire da lontano perfettamente parallele e dritte.

Il tempio, inoltre, è stato costruito su un basamento solido per contrastare le imperfezioni di un piano collinare e non perfettamente omogeneo.

Nel 406 a.C. ha subito un incendio appiccato dai Cartaginesi del quale ancora oggi sono evidenti le tracce, soprattutto lungo le pareti della cella.