Palermo Monumenti Importanti

Qui di seguito troverete i monumenti importanti di Palermo. E’ possibile cliccare sulle foto seguenti per avere maggiori dettagli.

Ingresso laterale della cattedrale di Palermo
Cattedrale di Palermo
Chiesa di San Domenico a Palermo con particolare dell'obelisco presente nella piazza
Chiesa di San Domenico
Vista di tre quarti della chiesa di San Cataldo a Palermo
Chiesa di San Cataldo
Cappella con Cristo Pantocratore all'interno del Palazzo dei Normanni a Palermo
Palazzo dei Normanni
Particolare della Piazza della Vergogna di Palermo con diverse statue nude di uomini e donne
Piazza della Vergogna
Facciata principale del teatro Massimo di Palermo
Teatro Massimo
Interno della Chiesa della Martorana con affreschi
Chiesa della Martorana
Particolare del chiostro della chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo
San Giovanni degli Eremiti
Facciata principale del Teatro Politeama di Palermo con particolare di statua al centro della piazza
Teatro Politeama

Palermo monumenti importanti: la città.

Palermo è il capoluogo della Regione Sicilia, nonché dell’omonima Provincia.

In esso risiedono 659.443 abitanti e, se si considerano anche i comuni limitrofi, supera il milione di cittadini.

Il territorio risulta essere abitato sin dalla Preistoria:

da ricordare sono, infatti, le grotte dell’Addaura, sul Monte Pellegrino che sono state per tutto il Paleolitico e il Mesolitico abitazione dell’uomo.

Infatti, sono state scavate nella roccia delle caverne e in esse sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici:

 utensili per la caccia e ossa, oltre una serie di interessanti incisioni nelle pareti raffiguranti episodi della vita quotidiana, uomini e animali.

Etimologia

Il nome originario della città era di tipologia fenicia:

Zyz”, la cui pronuncia fonetica era con timbro dolce e si rendeva con il suono “sys”, mentre il significato indicava il “fiore”.

Tale nome si deve forse alla morfologia del territorio che, delimitato dai fiumi Papireto e Kemonia, assume la forma di un fiore.

L’attuale denominazione deriva, però, Panormo (dal greco pàn-òrmos “tutto-porto”).

Grazie alla conformazione naturale del territorio lambito dai due fiumi, Palermo forma, infatti, un anfiteatro naturale deputato fin da epoche remote ai traffici commerciali.

Non solo i Fenici, ma anche commercianti provenienti dalla Grecia, Cipro e Creta affollavano la città.

In questo modo entrò nelle mire espansionistiche di Siracusa e di Cartagine, fino al dominio dell’Impero Romano.

Dopo le scorrerie di Vandali, Ostrogoti e dei Bizantini che la tennero per tre secoli, la città venne presa dagli Arabi nel 831 d.C.

Sotto tale dominazione tornò a vivere momenti di grande splendore non solo politico, ma anche artistico.

In questo contesto la città assunse il nome di “Balarm”.

Gli Arabi lasciarono in eredità ai palermitani non solo migliorie nella tecnica agricola, ma soprattutto un immenso patrimonio architettonico:

 infatti, il territorio interno ai due fiumi mantenne l’impianto originario e classico;

tutta la parte moderna fu edificata in stile musulmano: ricordiamo il quartiere della Kalsa e la presenza di circa trecento moschee.

Da Balarm, l’appellativo si trasformò in “Balermus” con l’avvento dei Normanni, saliti al potere nel 1072.

Successivamente si alternarono Svevi, Angioini e Borboni.

Infine Palermo fu teatro dello sbarco in Sicilia da parte di Garibaldi costituendo un importante tassello per l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861.

La leggenda

La leggenda narra del modo in cui il territorio si divise in due parti fra loro contrapposte:

nel 1091 i cittadini di Cosenza (in siciliano i “Cusinzari”) si opposero al loro sovrano, il duca Ruggero il Guiscardo, sollevando una grande insurrezione popolare.

Quest’ultimo dopo qualche fatica riuscì a domare la rivolta e a ristabilire l’ordine, imponendo delle condizioni di pace ragionevoli.

I cosentini, però, temendo una vendetta del loro signore, decisero di emigrare e di trasferirsi in Sicilia:

fu così che, visto il numero non indifferente dei nuovi arrivati e temendo di perdere i propri posti di lavoro nelle campagne, i Ragusani li relegarono fuori dalle mura costringendoli a concentrare lì il proprio insediamento.

Nacque un antagonismo che non si assopì nemmeno con i secoli:

importante è infatti il campanilismo che contraddistingue la città e che vede i sostenitori della Chiesa di San Giorgio (“Sangiorgiari”) contrapporsi a quelli della Chiesa di San Giovanni (“Sangiuvannari”).

Se sei curioso di conoscere i monumenti importanti di Palermo, non puoi perdere l’occasione di ammirare la cattedrale di Palermo.

La Cattedrale di Palermo è una delle opere più caratteristiche della città:

la sua originalità deriva dalla commistione di forme e stili in un unico corpo architettonico.

Derivata dalle differenti e molteplici popolazioni che, nel corso dei secoli, si sono alternate sul suolo siciliano.

La Cattedrale di Palermo fu costruita nel 1184 per volontà dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio, in onore della Vergine Assunta in cielo.

Il palazzo Reale a Palermo è conosciuto anche con il nome di Palazzo dei Normanni.

Sorto sul luogo che ospitava una precedente struttura punica o romana, fu successivamente scelto dagli Arabi che vi realizzarono ex novo una roccaforte difensiva.

Fu molto apprezzato dai Normanni che vi concentrarono tutte le principali attività della vita politica di Palermo.

La parte più affascinante del Palazzo Reale a Palermo è sicuramente la Cappella Palatina.

Luogo di culto della famiglia reale, fu costruita per volontà di Ruggero II nel 1132.

E’ dedicata ai santi Pietro e Paolo ed è stata consacrata nel 1140.

La chiesa della Martorana è conosciuta anche con il nome di Santa Maria dell’Ammiraglio.

Sorge di fianco alla chiesa di San Cataldo nella piazza Bellini di Palermo ed è uno dei monumenti sacri più importanti e rinomati della città.

Svetta in lontananza la torre campanaria a base quadrata, adagiata alla chiesa e posta di fronte al presbiterio della chiesa di San Cataldo.

Risale al XIII secolo e presenta un insieme di elementi che la avvicinano allo stile gotico, con importanti influenze arabe:

la base della torre costituisce l’ingresso alla chiesa e presenta delle aperture sovrastate da archi a sesto acuto sorrette da colonnine.

Ai tre livelli superiori ripropone le medesime arcate che accolgono al loro interno, però, eleganti finestre bifore.

Tale denominazione deriva dal fatto che tutte le statue della piazza presentano corpi nudi.

La fontana di Piazza della Vergogna tuttavia fu collocata in quel luogo solo in un momento successivo alla sua realizzazione.

Fu ideata nel 1554 dallo scultore fiorentino Francesco Camilliani.

Fu successivamente costruita nel Granducato di Toscana su commissione di Don Pietro di Toledo.

Nelle intenzioni, era destinata a guarnire il giardino della villa fiorentina del committente.

A seguito della morte di quest’ultimo la fontana fu acquistata dal senato palermitano:

per fare spazio e ricreare un ambiente armonico, si decise allora di demolire alcune abitazioni del centro storico.

La direzione dei lavori fu di Camillo Camilliani, figlio dell’artista fiorentino.

Se vuoi scoprire cosa vedere e visitare a Palermo e dintorni, inoltre, non puoi non visitare la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti.

La chiesa San Giovanni degli Eremiti si trova nel centro storico di Palermo, vicino al Palazzo dei Normanni.

L’edificio è un classico esempio di struttura araba in Sicilia che richiama allo stile della chiesa di San Cataldo.

Rivestì con buone probabilità la funzione di moschea durante il periodo arabo (IX secolo).

Ricevette successivamente le attenzioni del re normanno Ruggero II che lo fece ricostruire nel 1136 in onore di San Giovanni Evalgelista.

Da ultimo, fu ripreso e restaurato nel 1880 dall’architetto Giuseppe Patricolo.

Da quello che si può oggi ammirare, la chiesa raccoglie maggiormente l’eredità araba.

Inoltre, in questa pagina su cosa vedere e visitare a Palermo, non potevamo tralasciare il teatro Massimo.

Il teatro Massimo di Palermo è il primo teatro per grandezza non solo della città ma di tutta Italia.

Si pone al terzo posto in Europa, alle spalle dell’Operà di Parigi e del Of Operhaus di Vienna.

Fu realizzato, come era avvenuto per il teatro Garibaldi, a seguito di concorso:

il progetto vincitore era stato quello dell’architetto Giovanbattista Basile che diresse i lavori dell’opera per diversi anni.

Lasciò al figlio Ernesto il completamento, datato 1891.

Anche il teatro Massimo di Palermo fu ispirato ai canoni del neoclassicismo con la sua struttura elegante e proporzionata.

Se vuoi scoprire cosa vedere e visitare a Palermo e dintorni, inoltre, non puoi non visitare inoltre il teatro Politeama.

Il teatro Politeama a Palermo, nome con il quale è conosciuto il teatro Garibaldi, si trova in piazza Ruggero Settimo.

I lavori per la sua realizzazione risalgono al 1867 e furono diretti dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda.

Inizialmente immaginato come teatro all’aperto, fu effettivamente completato nel 1874 senza copertura.

Subì ulteriori interventi negli anni successivi alla sua inaugurazione e fu dotato del soffitto nel 1877.

Il teatro ha forma semicircolare e presenta un grande portale interamente ispirato all’arco di trionfo:

esso è costituita da una grande porta ad arco, uguale a quella che i romani erano soliti costruire per celebrare le grandi vittorie militari.

La chiesa di San Domenico a Palermo è uno dei più grandi modelli di arte barocca presenti sul territorio.

Al secondo posto, per dimensioni, soltanto dopo la Cattedrale.

La struttura risale alla metà del XV secolo e fu realizzata secondo i canoni artistici del Rinascimento.

Durante il corso dei secoli, però, essa ha subito grandi rimaneggiamenti.

Una prima ricostruzione si ebbe intorno al 1640 per mano dell’architetto Andrea Cirrincione.

In seguito, nel 1726, un importante opera di restauro attribuì carattere barocco alla facciata. 

Anche per la chiesa di San Domenico si provvide a demolire alcuni edifici preesistenti:

in questo modo fu possibile ritagliare uno spazio maggiore per la piazza, conosciuta con il nome di Piano Imperiale, ma anche per dare maggiore risalto alla chiesa.