E’ a partire dal I millennio a.C., l’ epoca classica, che la Sicilia comincia ad assumere maggior rilievo, vuoi come importante arteria commerciale, vuoi come potenza militare. La ricchezza di risorse, la fertilità delle terre e la posizione geografica spinse in un primo momento i Fenici (detti anche Punici), successivamente i Cartaginesi, a concentrare i propri traffici commerciali sull’isola.

Epoca Classica
Cartina del mediterraneo nel periodo classico.

Epoca Classica

Durante l’ epoca classica, la Sicilia ospitò i Fenici, dal greco Phoinix, i quali prendono il loro nome dalla tipologia di stoffe di colore purpureo che erano soliti commerciare, assieme all’ossidiana, al grano e alle ceramiche. Grazie alla loro presenza nascono, lungo le coste occidentali, importanti centri commerciali come Panormo (Palermo), Mozia e Solunto.

– Le tracce più significative vengono lasciate, però, dai Greci che a partire dall’ VIII sec a.C. fondano Agrigento, Siracusa, Catania, Taormina, Megara iblea, Selinunte, destinate a superare in potenza le città della Magna Grecia. Città che ospitarono importanti personalità come Eschilo, Senofane, Teocrito, Stesicoro, Pindaro, Epicarmo, Simonide, Empedocle, Dione e che videro l’importazione dalla madrepatria greca di tutte le tecniche di produzione agricola, dell’alfabetizzazione e della lingua.

Sotto la civiltà greca, durante un primo periodo che possiamo definire come arcaico, vengono innalzati soprattutto i luoghi di culto, ma anche edifici imponenti e vasi a decorazione geometrica: opere artistiche il cui stile è sicuramente riconducibile a quello praticato dai Dori e dagli Ioni (stile dorico e ionico). Basti pensare alla Valle dei Templi di Agrigento o al parco archeologico di Selinunte, esempio e modello della civiltà della Magna Grecia.

Durante l’ epoca classica, l’influenza greca e il carattere ellenico delle città siciliane subiscono, però, una battuta d’arresto a causa della sempre più minacciosa presenza di due nuovi soggetti: l’impero Romano e quello Cartaginese. Sono, infatti, i principali protagonisti che si contenderanno il dominio del mediterraneo a partire dal II sec. a.C. e che daranno il via a due delle più importanti guerre del mondo antico: le guerre Puniche.

– La prima guerra fra romani e cartaginesi si svolge dal 264 al 241 a.C., mentre la seconda si conclude nel 210 (battaglie di Siracusa e Agrigento). In entrambi i casi teatro degli scontri è sempre il territorio siciliano, oltre alle battaglie per mare e alla guerra portata direttamente sul territorio africano; in entrambi i casi i Romani si impongono determinando il loro dominio completo sull’isola nel 36 a.C. sotto il regno dell’imperatore Ottaviano.

Dopo la fine delle guerre Puniche e l’affermarsi dell’egemonia romana, la Sicilia assistette, però, al suo graduale declino politico-economico: in quanto provincia, dovette sopportare ingenti oneri di carattere tributario, vide il passaggio dalla piccola proprietà al sistema del latifondo, con un importante concentrazione del potere nelle mani di pochi soggetti (governatori romani) e lo scatenarsi di rivolte di intere classi sociali: la sua economia subì, insomma, le conseguenze dell’imperialismo e declassò inizialmente l’isola a granaio della capitale. Nella Roma dell’età imperiale, cessati i tumulti, la Sicilia migliora la sua posizione rappresentando una florida e calma articolazione dell’impero, ma cessando di essere centro culturale indiscusso.

La fine dell’influenza greca e l’affermazione del dominio romano, gettano le basi per un nuovo tipo di arte: quella imperiale prima, paleocristiana poi. Un esempio significativo dell’architettura residenziale romana in Sicilia è data, infatti, dalla Villa del Casale di Piazza Armerina la cui caratteristica principale consiste nell’essere decorata da mosaici perfettamente conservatisi fino ai nostri giorni. L’opera e l’immagine come comunicazione di un significato simbolico: è questo lo schema ereditato dalla cultura imperiale romana, capace di propagandare idee e dogmi attraverso l’opera d’arte e che viene, a partire dal IV secolo d. C., trasfuso in tutte le manifestazione artistiche cristiane.

Antico vaso ornamentale di matrice greca appartenente al periodo classico.