Chiesa di San Pietro a Modica

A seguito di questo triste evento, però, la chiesa di San Pietro a Modica venne ricostruita secondo il gusto Barocco: E’ stata inserita, poi, nell’elenco dei beni dell’UNESCO patrimonio dell’umanità.

Per questo motivo lo stile e l’architettura della chiesa non presentano caratteri omogenei. Rappresenta un compromesso fra il neoclassicismo secentesco e la posteriore arte barocca del settecento:

– la parte inferiore della facciata presenta chiari elementi e decorazioni classiche.

In particolare tale stile si concentra nella forma dei portali, della trabeazione e delle colonne.

– mentre nella parte superiore è di immediata percezione il gusto barocco.

Da notare la grande finestra centrale e, soprattutto, le estremità sulle quali poggiano due delle quattro statue. Raffigurano San Cataldo, Santa Rosalia, San Pietro e la Madonna.

Insiste nel medesimo stile la cuspide, che presenta al suo interno la figura in altorilievo del Cristo risorto.

La facciata della chiesa di San Pietro a Modica, nel suo complesso, è semplice e sobria nella struttura. Perciò conferisce a chi la osserva un senso di stabilità e di grandezza.

L’attrazione scenografica, in compenso, è condotta dalla maestosa scalinata: questa sviluppa il gusto neoclassico e regolare delle proporzioni.

Presenta lungo i lati e all’interno del proprio corpo le statue dei dodici apostoli.

Particolare delle statue poste sul sagrato della chiesa di San Pietro a Modica
Ingresso principale della Chiesa di San Pietro a Modica con statua

Interno della chiesa di San Pietro a Modica

Come è facile intuire dall’esterno, i tre portali danno accesso alle tre navate della chiesa. Queste sono separate da una serie di colonne con capitello in stile corinzio molto decorate.

Alla fine conducono a due cappelle laterali. Tutto è all’interno riccamente allestito: in particolare tele raffiguranti episodi delle scritture e statue sacre.

pregevole è il pavimento con effetti e decorazioni in marmo policromo e bianco; oltre al prezioso affresco che è presente nella volta e che raffigura scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Tale opera, cominciata nel 1760 dal pittore Gian Battista Ragazzi, fu terminata nel 1780 forse per mano di Stefano Ragazzi, figlio del pittore siciliano.