Il Castello Ursino a Catania risale alla metà del XIII secolo ed è una delle poche opere medievali sopravvissute al terremoto.
Fu costruito per volontà di Federico II di Svevia e rientrava in un progetto difensivo di ampio respiro.
Si affianca al castello Maniace di Siracusa e al castello di Augusta.
Era in origine di fattezze simili al castello siracusano:
come quello, era infatti posto su un promontorio che si scagliava sul mare.
Oggi, a seguito dell’eruzione vulcanica del 1669, si trova, però, attorniato dalla terraferma.
Il Castello Ursino a Catania
La colata lavica raggiunse le mura del castello e si riversò addirittura nel fossato.
Lasciò tuttavia intatte le sue fondamenta e la sua struttura architettonica.
L’originaria funzione di difesa per la quale era stato costruito venne, però, ben presto abbandonata:
con l’avvento della polvere da sparo e il cambiamento delle strategie di battaglia, infatti, si preferì sfruttare il Castello Ursino a Catania come luogo di detenzione.
Successivamente, a seguito dei moti rivoluzionari dei Vespri Siciliani, fu utilizzato come sede del Parlamento.
Fu, così, il centro decisionale della vita politica di quel periodo storico:
una adunanza parlamentare del 1295 decretò, ad esempio, decaduto Giacomo II e conferì il potere a Federico III con il titolo di re di Sicilia.
Trascorso il periodo rivoluzionario, il castello divenne dimora della dinastia Aragonese.
Di recente, a partire dal 1934, il Castello Ursino a Catania è sede del museo civico della città.
Struttura del castello
Per quanto riguarda la sua struttura, il castello presenta una pianta quadrata con un cortile nella parte interna:
caratteristica quest’ultima presente anche in altri palazzi nobiliari.
La peculiarità del castello è, però, costituita dalla presenza agli angoli dell’edificio di grandi torri di forma circolare e dalla originaria assenza di finestre lungo le mura esterne:
questo per rendere la fortezza difficilmente penetrabile.
In passato erano presenti, poi, anche altre quattro torrette di forma semicircolare, appoggiate alle quattro mura nel punto mediano fra le torri d’angolo:
oggi ne contiamo soltanto due, così come si contano diverse finestre e aperture praticate nel corso dei secoli.
L’ingresso presentava gli elementi classici dei castelli medievali:
il ponte levatoio e il fossato, che conducevano il visitatore al cospetto di un’aquila che tiene fra gli artigli una lepre.
Tale scultura fu il simbolo della dinastia sveva.
L’interno è costituito da una scenografica scala interna in stile gotico-catalano che si sviluppa nel cortile.
Di pregevole costituzione sono anche gli ambienti interni:
ricordiamo che il castello è stato anche la residenza della dinastia aragonese.
Così, le stanze e i saloni presentano preziosi ornamenti architettonici:
come volte che sorreggono i soffitti, archi ogivali e capitelli finemente scolpiti.
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